giovedì 18 febbraio 2016

Siamo quel che mangiamo

Il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach già nell’800 sosteneva che “siamo quel che mangiamo”.

Un altro filosofo, Jacob Moleschott, nello stesso periodo scrisse un trattato (Dell'alimentazione: trattato popolare) in cui attribuisce all’alimentazione la base che rende possibile il costituirsi e perfezionarsi della cultura umana: un popolo cioè può migliorare migliorando la propria alimentazione.

“Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo.” diceva attorno al 400 ac Ippocrate.

“Amici miei, evitate di corrompere il vostro corpo con cibi impuri; ci sono campi di frumento, mele così abbondanti da piegare gli alberi dei rami, uva che riempie le vigne, erbe gustose e verdure da cuocere.” Pitagora.

Tutti perfetti testimonial dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Ora scopriamo, infatti, con evidenze scientifiche, che c’e’ un legame tra alimentazione e tumori e che l’errata alimentazione incide sull’insorgenza dei tumori per circa il 35 %.

Ma proprio mentre l’OMS e tutto il mondo scientifico ci invitano a gran voce ad adottare una dieta salutare ed evitare l’abuso di alcol, si diffondono, soprattutto tra giovani e giovanissimi, nuovi dannosissimi comportamenti alimentari:

drunkoressia: mangiare sempre meno fino a digiunare per poi assumere rilevanti quantità di bevande alcoliche;

ortoressia: attenzione spropositata nei confronti dell’alimentazione, una forma di ossessione per i “cibi giusti” che spinge ad eliminare alimenti che sono invece essenziali per una dieta equilibrata;

vigoressia: ossessione rispetto al proprio fisico e al fitness che porta spesso all’uso di integratori proteici o altri farmaci tipici del mondo del fitness e del culturismo.

Il progetto #Teen4Food della LILT Bologna vuole proprio aiutarci a capire cosa sono, come si manifestano, come individuarli e correggerli.

Perché come diceva Oscar Wilde: 
“Non riesco a sopportare quelli che non prendono seriamente il cibo”


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