martedì 2 maggio 2017

Adolescenti: motivazioni e abitudini al fumo.
Ce ne parla il counselor della Lilt

Per chi ha un figlio adolescente, sperare di passare indenni da un binomio di questo genere è praticamente impossibile, perché, stando alle statistiche, quasi tutti gli adolescenti oggi fumano regolarmente o lo fanno di tanto in tanto o, per lo meno, hanno sperimentato la sigaretta. Il fumo esercita ancora oggi un’attrattiva irresistibile sui più giovani, perché regala un’aria vissuta, fa sembrare grande ed è associato a una sorta di iniziazione verso il mondo degli adulti. Tanto è vero che la maggior parte di coloro che iniziano a fumare è minorenne e lo fanno proprio per allontanarsi il più possibile dall’infanzia e dal controllo dei genitori.

Il fumare rappresenta un comportamento, criticato dal punto di vista della salute ma accettato nel mondo degli adulti, pertanto gli adolescenti ritengono che il fumo sia il modo facile di potersi affermare nella società in qualità di adulti.
Vietare può essere pericoloso: una volta superata l’incredulità e assimilata la realtà che il proprio ragazzino fuma, il passo successivo è come indurlo a smettere. Perché questa è una strada che va perseguita, nella certezza che la sigaretta esercita un effetto negativo per la salute e che potrebbe anche aprire la strada ad altre forme di dipendenza. In primo luogo va detto che il divieto al fumo, per quanto sensato e sicuramente approvato dalle frange più puriste dei genitori, può essere controproducente. Infatti i ragazzi fumando non provano piacere, non sono ancora dipendenti dalla sigaretta: fumando vogliono dimostrare di fare quello che vogliono, soprattutto di fare quello che i genitori non vogliono. Di conseguenza, vietare le uscite, negare la paghetta, proibire Tv e videogiochi ha solo l’effetto di inasprire i ragazzi, che attraverso la gestione della sigaretta vogliono tagliare di netto il dominio di mamma e papà. Inoltre è bene ricordare che i ragazzi possono trovare comunque le occasioni per fumare, perché il controllo dei genitori non può e non deve essere così serrato. Possono fumare tornando da scuola, quando vanno dagli amici e l’ostinazione potrebbe trasformare la semplice curiosità in una vera dipendenza.

Cosa fare?
Non è nemmeno costruttiva la strada opposta, ossia il lasciare fare loro quello che vogliono, magari offrendosi di comprare le sigarette: questo indurrebbe in confusione un ragazzo perché non si deve dimenticare che il fumo fa male, quindi un genitore non si dovrebbe mai porre dalla parte di colui che favorisce le cattive abitudini.
I ragazzini devono capire i danni che vengono dalla sigaretta, in modo che poi comprendano anche quelli che derivano dalle altre dipendenze.
Si può allora provare facendo notare i rischi soprattutto estetici del fumo piuttosto che lo spauracchio delle malattie tumorali: alito pesante, pelle spenta e più brufolosa, capelli perennemente impregnati di cattivo odore. In un secondo momento si possono dimostrare i danni fisici magari lasciando di tanto in tanto in giro per casa articoli di giornale che parlano della relazione tra fumo e forme cancerogene. Questa strategia dimostra a un ragazzo che i rischi oggettivi e non inventati dai genitori esistono davvero e che a lui viene affidata la responsabilità di gestire la sua salute. Chissà che, così facendo, non si senta investito di un ruolo più adulto e che non decida autonomamente di dire basta.
In conclusione, è chiaro come i giovani nel periodo dell’adolescenza cerchino in ogni modo di mettere in atto comportamenti (che andranno a sedimentarsi nell’età adulta) che permettano loro di affermare la propria identità e di costruire una rete di relazioni sociali e affettive. Ci sono giovani che riescono a raggiungere tali obiettivi senza mettere in pericolo la propria vita, mentre altri optano per i comportamenti a rischio. È per questo motivo che sono fondamentali le attività di promozione della salute e di prevenzione dei comportamenti che mettono a repentaglio il proprio benessere, messi in atto nelle scuole e nelle famiglie attraverso il dialogo, il confronto, l’esempio e la condivisione.

Massimo Serra - Counselor LILT / Addictiong Counseling


Il progetto "scuole libere dal fumo" della Lilt Bologna affronta il tema della prevenzione dell’abitudine al fumo di sigaretta nel contesto scolastico considerato come luogo di lavoro, educazione e vita: per sostenerlo il 14 maggio, insieme a un gruppo di amici, il Team Lilt, correremo la Strabologna.
Lo scopo? Raccogliere fondi per il progetto. Puoi aiutarci anche tu, anche con un piccolissimo contributo: basta un click sull'icona in alto a destra.


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