domenica 25 maggio 2014

The Game


Il baseball è la mia passione da … sempre!

Da ragazzina passavo i pomeriggi al Gianni Falchi, lo stadio di Bologna dove gioca la mia Fortitudo. Con l’amica del cuore assistevamo agli allenamenti durante la settimana, andavamo alle partite nel week end, spesso anche in trasferta.



All’università il tempo per andare agli allenamenti non c’era più, ma nulla mi teneva comunque lontana dagli spalti il venerdì sera per la partita del lanciatore americano.

Ora non è il tempo a mancarmi, lo ammetto, ma la pigrizia a trattenermi: in Aprile fa freddo, in Agosto fa caldo e le occasioni per andare alla partita si riducono ogni anno … ma non dimentico il baseball … ah no! Il primo amore non si scorda mai. E ogni volta che torno al Gianni Falchi, è come essere di nuovo a casa dopo un lungo viaggio.


Mi ha sempre emozionato il baseball. I suoni, i colori, l’atmosfera. Il baseball ha una sua voce, tanti piccoli rumori che riempiono l’aria; un volto delineato dal rosso del diamante, dal bianco delle basi e dal verde del prato, le divise dei giocatori, le bandiere che sventolano dietro gli esterni …

Il baseball è il Gioco della vita, forse per questo lo amo tanto.

In prima base ci devi arrivare da solo, saper cogliere le opportunità, non sprecare le occasioni, usare le tue capacità; non sempre ci riesci, come nella vita se riesci a realizzare un terzo dei tuoi sogni è già un ottimo risultato. Da lì … senza l’aiuto degli altri però non fai nulla, resti in prima. 


Il baseball è per me metafora della vita, della vita e della lotta … e della lotta al cancro: vincere non è facile, devi fare tutto il giro delle basi e da solo non ci riesci, ti serve aiuto, una squadra che ti sostenga, un compagno che ti spinga avanti.


Ogni base è una conquista e anche se arrivi a casa base non è detto tu abbia vinto. Devi difendere quello che hai conquistato.



Non so immaginare le emozioni che seguono la diagnosi della malattia. Non posso, e non sarebbe giusto farlo. Più che voler capire (e capendo incasellare l’altro in un’idea, un’opinione), voglio poter accogliere. E per accogliere bisogna fare spazio. Non voglio quindi riempire questo spazio con pensieri miei, immagini, ipotesi. Non posso immaginare, ma posso sentire: a volte la senti la fatica nell’altro, la solitudine. Come un battitore nel box, da solo, non sa che lancio arriverà, non sa cosa ha in serbo il futuro, non sa se sarà davvero in grado di reagire. Ma poi arriva salvo in prima.

Una base dopo l’altra, combatteremo il cancro! Magari ci vorranno gli extrainning, ma vinceremo la partita.


Tutte le foto sono di Simone Amaduzzi Photographer
(Grazie!)
Grazie alla Fortitudo Baseball 1953 per le emozioni in campo e per aver aderito a questa inziativa!

Per partecipare alla partita e sostenere il progetto della LILT per la prevenzione dei tumori rivolta alle fasce deboli basta un click sull'icona a fianco!
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Le donazioni sono detraibili e tutti i contributi vanno interamente all'associazione per i progetti di lotta ai tumori.

p.s. il viaggio a San Francisco ed entrambe le quote di iscrizione alle corse sono completamente a carico del runner. L'Associazione non ha alcun costo per l'organizzazione e lo svolgimento dell'iniziativa raccontata in questo blog.

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